venerdì 27 agosto 2010

Lampadine...

Nel post precedente stavo fotografando il dettaglio del filamento acceso di una lampadina. In realtà quella giornata era iniziata con lo scopo di fotografarla intera, e anche di più ;)
Qualche tempo fa ho visto una serie di foto di una lampadina accesa, in cui si riconosceva perfettamente il filamento, su di uno sfondo colorato. Mi sono piaciute molto, principalmente per i colori molto carichi, ma non mi soddisfava una cosa: la lampadina non era completa.
Ho pensato: che bello sarebbe avere una lampadina completa della filettatura, ma comunque accesa.
Informandomi ho scoperto che qualcuno ha fatto una foto del genere utilizzando un banco ottico e la cara vecchia pellicola. Quindi senza utilizzare Photoshop. Ho poi capito che il fotografo aveva usato due fili di rame rigidi, saldati dietro la lampadina, con la funzione sia di supportare la lampadina che di alimentarla.
Siccome però non amo giocare con la corrente elettrica (spesso faccio cavolate, e mi è andata bene troppe volte) ho preferito usare un metodo forse meno "elegante": il fotomontaggio.
Se infatti si riuscisse ad ottenere uno scatto della parte superiore della lampadina accesa, ed uno della filettatura, il tutto senza muovere (per quanto possibile) la lampadina stessa, si potrebbero montare insieme i due scatti senza particolari problemi.
In più ho deciso che volevo molte versioni di questa lampadina, con uno sfondo ogni volta di colore diverso.
Ho quindi comprato dei cartoncini 50x70cm, di colori diversi, da usare come sfondo. Ho poi modificato una lampada da tavolo togliendo il paraluce per fotografare la lampadina di lato ed ho allestito un piccolo set. L'idea è quella di illuminare lo sfondo con il flash, mentre la lampadina "brillerà di luce propria" grazie al filamento. La luce prodotta dalla lampadina però è troppo forte, ed è difficile miscelarla bene con quella prodotta dal flash. Mi sono quindi procurato un Dimmer, uno di quegli oggetti che permettono di abbassare e regolare l'intensità delle lampadine. Ho fatto un paio di prove con il flash spento per decidere l'intensità della lampadina ed il tempo di scatto (per il diaframma ho mantenuto fisso f/11, per avere buona profondità di campo e non stressare troppo il flash). Ho poi aggiunto la luce del flash sullo sfondo. In questi casi è indispensabile lavorare in manuale, e quando dico Manuale intendo proprio tutto in manuale: esposizione, messa a fuoco, flash, bilanciamento del bianco...
Con qualche prova sono riuscito ad ottenere un risultato soddisfacente, ed allora ho iniziato: ho fatto una foto alla lampadina per ogni sfondo colorato di cui disponevo, cambiando il cartoncino di volta in volta.

Per lo scatto della parte inferiore ho appeso la lampadina, cercando di spostarla il meno possibile dalla posizione precedente. Spostandola di molto, infatti, non solo si deve rifare la composizione (quello è il meno), ma potrebbe essere necessario rifare la messa a fuoco (in molti obiettivi variando la messa a fuoco varia anche la lunghezza focale effettiva, il che vuol dire che l'oggetto sarà più grande o piccolo (all'interno del fotogramma) a seconda della distanza di messa a fuoco. Sono riuscito ad appendere la lampadina in modo da dover variare la messa a fuoco solo di pochi millimetri, e quindi poter facilmente recuperare la differenza di dimensione della lampadina.
In più se si varia di molto la posizione della lampadina rispetto allo sfondo si noteranno poi differenze di colore quando si andranno a montare le due parti: illuminando lo sfondo dal basso con il flash piuttosto ravvicinato non si crea uno sfondo a tinta unita, ma un gradiente di luminosità; avremmo quindi le due parti della lampadina con sfondi di luminosità diversa, cosa recuperabile, forse, ma solo passando molto tempo davanti al computer...
Anche qui uno scatto per ogni sfondo colorato.
In più, volendo evitare di dover rifare tutto da capo per differenze di luminosità o errori di altro tipo, ho deciso di fotografare ogni sfondo colorato da solo, senza lampadina, mantenendo inalterate le impostazioni della macchina. Alla fine non ne ho avuto bisogno.

Il risultato, alla fine della fase di scatto (durata circa un paio d'orette) è questo:

Parte superiore:


E parte inferiore:


Riguardando poi le foto sul monitor del computer noto che la luce del flash rimbalzando sullo sfondo ha colpito anche i muri che ci sono di fianco al mio tavolo, creando dei bei riflessi che definiscono meglio i contorni della lampadina. Questa è fortuna...

Unendo le due immagini ho notato anche che a causa dello spostamento di messa a fuoco era necessario ingrandire leggermente l'immagine della parte bassa, ma me la sono cavata comunque con un ingrandimento del 4%. È venuto fuori anche una piccola discrepanza nello sfondo, dovuta al leggero spostamento della lampadina (dovendola svitare dal portalampada si è alzata di circa un centimetro), ma questo è successo solo su alcuni colori. Ho comunque risolto il problema sfumando molto la maschera di livello delle due immagini.

In ogni caso si ingrandisce leggermente l'immagine inferiore, la si allinea con quella superiore, e con le maschere di livello si prende il meglio da ognuna.
Si ripete il tutto per gli altri colori, si ritaglia ogni immagine in formato quadrato e le si unisce in una tavola unica...et voilà:


giovedì 26 agosto 2010

A volte ci vuole cu... fortuna...

Ieri stavo facendo qualche scatto ad una lampadina per una cosina che ho in mente da un po' (presto le info complete, stay tuned!).
Scattando qualche dettaglio del filamento acceso, con il 70-200 mi è successa una cosa curiosa, un errore se vogliamo. Il flash che doveva illuminare lo sfondo ha incontrato un ostacolo che avevo dimenticato proprio lì davanti, e quindi lo sfondo non ha ricevuto per niente la luce che gli era destinata. Poverino :)
Il risultato è stato una foto mooolto più bella di quella che avevo in mente. Una parte della luce che è passata oltre l'ostacolo ha colpito lo sfondo blu colorandosi, appunto, di blu. Per un bizzarro gioco di rimbalzi la luce ha colpito i lati della lampadina, creando un riflesso molto morbido che ne definisce il contorno. Dopo aver spostato  l'ostacolo per fare la foto che avevo in mente ho riprovato a ricreare la situazione usando il flash laterale di rimbalzo, ma senza successo.

Ecco la foto come la volevo fare:


Jpeg convertito dal TIFF 16 bit, convertito dal RAW, senza nessuna modifica in mezzo.

Ecco invece quella "sbagliata":


E' uscita quasi così dalla macchina, ho solo rimosso il riflesso blu sul portalampada, e il riflesso sul contorno superiore della lampadina. Anche i riflessi indesiderati del filamento sono stati tolti, per rendere l'immagine un po' più pulita. Il nero c'era già, come anche i colori saturi (la macchina era impostata su "Vivido", ma non ho aumentato ulteriormente la saturazione).

Non so, queste immagini mi son sempre piaciute, e questa in particolare perchè l'ho fatta io :D
Scherzi a parte, mi piace il contrasto di colore tra il filamento, caldo, ed il vetro freddo, lo sfondo nero ed il contorno appena accennato riescono a far sembrare una comune lampadina un oggetto quasi "alieno".

Che dire, spero in futuro di fare altre foto così "sbagliate"!!

mercoledì 11 agosto 2010

Ultimi giorni a Nizza

I miei 10 giorni (scarsi) a Nizza stanno per finire, e in questa vacanza ho avuto modo di provare a fondo la D300s appena comprata.
Che dire, è semplicemente fantastica, il salto dalla D40 è più grande di quanto mi aspettassi, e tutte le funzionalità in più si sono rivelate più utili del previsto.
Tanto per cominciare il Live View: mi evita il mal di schiena quando fotografo con la macchina sul cavalletto. Il mio treppiede è più o meno alto come me con la colonna completamente alzata, ma non la alzo mai perché si perde in stabilità, quindi nell'uso normale mi devo abbassare di 25-30 cm, e questo a volte porta ad avere mal di schiena. In più posso scegliere con calma la composizione, senza dovermi "infilare" nel mirino per guardare. Chi dice che il Live View è inutile e toglie il piacere della fotografia con la reflex mi perdoni ma secondo me ha torto.
L'orizzonte artificiale permette di mettere in bolla la fotocamera quando non ci sono chiari riferimenti per farlo ad occhio. Ok, il sensore non è precisissimo, ogni tanto il simbolo di riferimento oscilla per i fatti suoi, ma rimane comunque utilissimo.
Il reticolo nel mirino permette di allineare con precisione la fotocamera quando nel fotogramma ci sono dei riferimenti (ad esempio l'orizzonte), anche quando si scatta a mano libera. Con la D40 spesso avevo l'orizzonte storto, perché non avevo riferimenti nel mirino. Ora non succede quasi più!
Il ritardo allo scatto posticipa l'apertura dell'otturatore di un secondo rispetto al sollevamento dello specchio, riducendo di molto le vibrazioni quando si fotografa su cavalletto. Ho fatto il test con un 70-300 a 300mm, e usando l'autoscatto di 2 secondi più il ritardo allo scatto l'immagine risulta molto nitida.
Il bracketing automatico (che la D40 non ha) permette di effettuare la ripresa in HDR senza curarsi di cambiare i tempi di scatto dopo ogni fotogramma (cosa che tra l'altro porta a muovere leggerissimamente l'inquadratura). In più se si dispone di una mano un po' ferma, o un supporto stabile (come un muretto o simili) è possibile scattare tutte le 3, 5, 7 o 9 foto dell'esposizione a forcella impostando la raffica ad alta velocità (7 fps) e mantenendo premuto il pulsante di scatto!

Tornando al mio soggiorno a Nizza ho girato molto per i dintorni, e ho trovato posti davvero belli.
Per cominciare nella prima mattina disponibile ho fatto l'immane sforzo di mettere la sveglia presto (alle 5.45) per fotografare l'alba dalla spiaggia.


D300s + Nikkor 18-70, a mano libera (poi vedrete da cosa era occupato il treppiede!)

Con Luca (www.lucagaraffa.it) abbiamo fotografato il tramonto dalla Promenade des Anglais, ma non eravamo del tutto soddisfatti. Abbiamo allora cercato di fotografarlo dai punti panoramici sulla collina ad Ovest di Nizza, ma purtroppo qui in Francia le terrazze panoramiche vengono chiuse al pubblico ad orari stranissimi, quindi mezz'ora prima del tramonto ci siamo visti buttare fuori da un funzionario del comune!
Per consolarci (in ogni caso era una giornata nuvolosa...) siamo andati sugli scogli a provare qualche spruzzo d'acqua e qualche notturna di Nizza.

Ottenuta qualche foto decente ci siamo spostati dentro la città, alla ricerca di un po' di vita, e abbiamo fatto qualche scatto alla fontana alla fine di Place Masséna (ovviamente con la lente frontale piena di goccioline, in parte di mare ed in parte di fontana...)


D300s + Nikkor 18-70, su treppiede

Abbiamo deciso poi di fare una gitarella serale per raggiungere la Tête de Chien (vicino a La Turbie) per fare una panoramica mozzafiato della Baia degli Angeli. Secondo le mie fonti infatti da quell'altezza in una giornata ventilata si può vedere fino a Saint-Tropez da una parte, e fino a Finale Ligure dall'altra. Arrivati in cima abbiamo trovato...nebbia! Qualche scatto veloce (e non bellissimo) al Principato di Monaco e via sulla strada del ritorno. Tornando abbiamo fatto qualche foto alla città di Èze.
Ma di tutta la serata la cosa migliore è sicuramente stata la scoperta di un posticino, sulla collina, da cui si vede perfettamente l'aeroporto! Sono due anni che cerco il posto perfetto da cui fotografare gli aerei in partenza o arrivo, e da lì si riesce benissimo!!


D300s + Nikkor 70-300 VR, su treppiede, autoscatto di 2 secondi + esposizione posticipata di 1 secondo

La scia luminosa che va verso l'alto è un aereo in partenza dalla pista 04R, mentre l'altra scia è un aereo in atterraggio (non nello stesso momento!) sulla stessa pista. Ho tolto la scia di un terzo aereo in coda per l'atterraggio. Quest'immagine è il frutto di due esposizioni da 30 secondi, f16, ISO 200 ognuna, poi unite con Photoshop per avere un'unica scia dell'aereo in atterraggio. La scia di quello in decollo invece è presente già nella prima esposizione.

A presto con le altre foto di Nizza e qualche novità! :)

mercoledì 28 luglio 2010

Importanti Novità!

Buongiorno a tutti i miei assidui lettori :)
Torno dopo quasi 5 mesi di inattività, in cui mi sono dedicato più che altro agli studi, per fare un annuncio importante.
Infatti sono finalmente giunto ad un primo, importante traguardo nell'ambito dell'università, ovvero la laurea di primo livello. Questo porta a tutta una serie di conseguenze: prima di tutto l'enorme senso di liberazione, in secondo luogo le vacanze lunghe (non avendo esami da dare a settembre tornerò al Lingotto solo verso metà ottobre!). Un'altra questione importante è un famoso "voto" che ho fatto ormai un anno e mezzo fa, ovvero: "quando prenderò la laurea di primo livello cambierò corpo macchina". In realtà non è proprio un cambiamento, ma un affiancamento. Infatti la mia fidata D40 ha un valore monetario così basso che non varrebbe la pena di venderla; preferisco infatti avere un secondo corpo da usare in situazioni "difficili" oppure da affiancare al primo con un altro obiettivo, piuttosto che avere in tasca 150€ in più.

Detto questo vi annuncio l'acquisto di una stupenda Nikon D300s, che mi accompagnerà, spero, nei prossimi anni.
Il livello delle due macchine è enormemente differente, tra le due non c'è solo un gradino, ma almeno 2 o 3. Ho fatto questa scelta per avere un corpo solido e robusto, con le funzioni che più mi mancavano sulla D40:

  • Motore AF integrato, posso finalmente usare l'AF con il 50 1.8!
  • Funzioni raggiungibili direttamente tramite tasti posti sul corpo macchina: per modificare quasi ogni impostazione, sulla D40, era necessario entrare nel menu o nella schermata Info. Una perdita di tempo, insomma.
  • Mirino a pentaprisma con visualizzazione al 100%. La D40 ha un pentaspecchio con visualizzazione inferiore al 100%, spesso mi sono trovato nelle foto oggetti che non avevo inquadrato...
  • Reattività superiore: con la D40, negli scatti sportivi, bisogna anticipare l'attimo che si vuole cogliere, la D300s invece è molto reattiva e permette di "andare a colpo sicuro".
  • Cadenza nello scatto continuo: la D40 permette 2.5fps, veramente pochi. I 7fps della D300s sono adeguati per ogni esigenza.
  • Sensore CMOS: permette minore rumore ad alti ISO, ora posso scattare a 3200 ISO senza puntini colorati sparsi per tutta l'immagine. Da una prima veloce analisi sembra che la nuova arrivata abbia circa 1 stop in meno di rumore. In più posso scendere fino a ISO 100 e salire fino a ISO 6400, in casi di estrema necessità.
  • Aufotocus fantastico: sto ancora imparando ad usarlo, ma avere a disposizione 51 punti di messa a fuoco invece di 3 è una vera goduria! È veloce e preciso, anche con poca luce.
  • Possibilità di usare obiettivi AI: sulla Nikon a pellicola uso un paio di obiettivi senza CPU, e con la D300s posso scattare con l'aiuto dell'esposimetro e del flash.
  • Fotografia intervallata: mi hanno sempre affascinato i video prodotti con questa tecnica, e la D40 non ha la possibilità di scattare fotografie con l'intervallometro, a meno di non usare un portatile collegato via usb.
  • Controllo CLS con il flash integrato: posso così usare il flash SB-600 separato dalla macchina, e pilotato dal flash integrato nella macchina
  • I 12 Megapixel in realtà non mi interessano più di tanto, di certo il dettaglio rispetto alla D40 è maggiore, ma i files sono anche enormi, e penso che presto riempirò gli hard disk dedicati al backup delle foto... Anche l'elaborazione è più onerosa: ho provato, per curiosità, a montare una panoramica di 5 o 6 scatti. I TIFF 16-bit hanno dimensione 71MB ciascuno, e la panoramica completa è veramente enorme.
  • I video non li ritengo una funzione fondamentale, ma pur sempre interessante. Non ho ancora provato a fondo questa funzionalità, ma penso che le possibilità creative offerte dalle ottiche fotografiche siano enormi.
Nella mia scelta non ho considerato la D90, perché sicuramente la D300s ha un corpo migliore e funzionalità in più: mirino al 100%, corpo in lega di magnesio e tropicalizzato, raffica e reattività superiori, intervallometro, supporto per obiettivi AI, più controlli a direttamente sul corpo.

Ho scartato la D700 principalmente per il costo, ma anche perchè non ho obiettivi all'altezza di un sensore del genere, soprattutto i grandangoli. Penso che tra qualche anno arriverò anch'io al Full Frame, ma per ora non ne sento troppo l'esigenza.

Per ora ce l'ho da meno di un paio di settimane, durante le vacanze la spremerò per bene, e inizierò a fare confronti diretti e test con gli obiettivi in mio possesso.

Non vedo l'ora di provarla fotografando un rally o una partita di calcio!!



A presto!

sabato 10 aprile 2010

Salone di Ginevra 2010

Ogni anno a Marzo il Salone di Ginevra è un appuntamento da non perdere per gli appassionati di automobili.
Nonostante questo io non ci ero mai andato, ed ho pensato che questa fosse l'occasione giusta per vedere com'è. Abbiamo così organizzato, con alcuni amici, una macchinata e ci siamo finalmente andati. Devo dire che non è stata un'esperienza esaltante come mi aspettavo: tralasciando il viaggio, allungato molto dalle code per trovare parcheggio, non mi è sembrato nulla di così spettacolare. Le macchine sono quelle di sempre, le ragazze non le abbiamo quasi viste (tranne 3 o 4 allo stand Fiat, che ha sempre le ragazze più belle), la luce era poca e la gente decisamente troppa. Gli stand più gettonati, come ad esempio quello della Ferrari, non si riuscivano ad avvicinare, sono stato costretto a fotografare alla cieca alzando la macchina sopra la testa della folla.
Per quanto riguarda l'attrezzatura avevo con me la mia fedele D40, accompagnata da 70-200 e flash SB-600, in alternativa ho montato anche il 18-55.

Fotografare non è stato facile come pensavo, a causa della scarsa luce e dell'illuminazione del salone, che creava dappertutto riflessi, ombre doppie, eccetera. Ho impostato ISO 800 e ho cercato evitare il più possibile il mosso, usando tempi non troppo lenti e cercando di avere una postura ed una presa più stabile (sembra una cavolata, ma funziona. Anche il peso dell'insieme D40 + 70-200, ed il peso aggiuntivo del flash, hanno contribuito a ridurre il mosso).

Detto questo, prima di mostrarvi qualche foto, dico che non credo che l'anno prossimo tornerò al Salone. Le macchine saranno le stesse di quest'anno, le ragazze non si vedranno comunque, e secondo me non vale la pena di affrontare ore ed ore di viaggio per tornare a casa insoddisfatti. Piuttosto andrò al Motor Show di Bologna (che mi dicono sia meglio). Fotografare le auto ferme non mi è piaciuto poi molto, preferisco una giornata in pista. Se poi voglio proprio fotografare delle ragazze è davvero necessario andare fino a Ginevra??

Alla prossima!


 
 
 
 

domenica 21 marzo 2010

Primavera...

Oggi, 21 marzo, inizia la primavera.
A dire il vero guardando fuori non si direbbe, nebbia e nuvole scure ispirano tutt'altro che la rinascita della natura, dopo l'inverno. Questa data però segna la rinascita di questo blog, lasciato per un po' di tempo a se stesso per problemi di tempo. Durante il prossimo mese spero di averne abbastanza da aggiungere qualche articolo sul blog e presentarvi qualcuna delle foto che ho scattato durante l'ultimo periodo.

Inizio ora con qualche foto veramente "gelida", scattate durante una domenica mattina dell'inveno appena finito. Direi che è stato un inverno abbastanza freddo, ha nevicato più volte con insistenza e le temperature sono scese per qualche giorno anche sotto i -10°C. Niente male.

Dicevo di queste foto: sono scattate in una domenica mattina, precisamente il 23 gennaio 2010. Ho deciso di uscire per fare qualche fotografia nella zona di Belmonte, sopra casa mia, dove l'aria fredda e umida ha dato origine alla cosiddetta "galaverna". Senza infilarci il divagazioni termodinamiche, la galaverna è un fenomeno nel quale piccole goccioline di nebbia, a temperatura inferiore a 0°C e con ventilazione scarsa o nulla, solidificano a contatto con corpi solidi (il terreno o più frequentemente la vegetazione), creando delle strutture di ghiaccio a forma di ago (diretto secondo la direzione del vento). E' un fenomeno che, almeno in tali proporzioni, qui non si vede spesso, perchè necessita di condizioni atmosferiche ben precise. L'effetto è particolarmente bello sulle foglie, dove i cristalli di ghiaccio si concentrano sul bordo e non sono presenti invece nei due lati della foglia.

Ma adesso spazio alle foto!

Tutte le foto seguenti sono scattate con D40 e Nikkor 18-55, senza treppiede. Nella terza ho usato un colpetto di flash per schiarire leggermente la foglia e farne risaltare meglio la trama, mantenendo comunque lo sfondo chiaro ma non bruciato.










martedì 5 gennaio 2010

Il 2010 non inizia proprio male

In termini di Microstock ho aspettative abbastanza grandi per il nuovo anno, e ho la sensazione che andrà meglio del 2009 (beh, ci vuole poco).
Un primo segnale di risveglio è il fatto che sto caricando qualche foto, più che altro cose che per una ragione o per l'altra non avevo caricato in passato.
Il portfolio su Shutterstock cresce ed il numero di foto raggiunge l'esorbitante cifra di 41. Magari tra qualche giorno saranno 43, chi lo sa. Caricando con costanza anche le vendite aumentano: a fine 2008 mi è bastato caricare un paio di foto (e poi un altro paio, e poi altre ancora) per risvegliare le vendite, che mi hanno permesso di raggiungere un primo ed importante traguardo.
Pochi giorni fa ho ricevuto la comunicazione che il 15 gennaio riceverò il primo pagamento! A frenare un po' l'entusiasmo il fatto che si tratta di poco più di 75$, che togliendo le tasse diventano circa 73$. Al cambio attuale quindi ho guadagnato in un anno e due mesi circa 50€. Troppi pochi per farlo sembrare un guadagno vero, e pochi anche per comprare qualcosa di grosso. Penso che potrei usarli per comprare qualche pellicola e i chimici per sviluppare il bianco e nero, è da un po' che voglio cimentarmi.

Prevedo entro qualche mese una crescita del portfolio (almeno su Shutterstock, che dà soddisfazioni con molte vendite e tempi di revisione delle immagini molto brevi), visto che mi concentrerò più che altro sulle fotografie di oggetti su sfondo bianco. Infatti uno dei regali di Natale è stato un Cubelite da 45cm, che rende questo tipo di fotografie più semplici e veloci. Ma di questo parlerò un'altra volta.

A presto!